domingo, 28 de junio de 2009

DISCORSO CONSULTA PER L’EMIGRAZIONE Ancona (Le Marche-Italia), 5 / 6 DICEMBRE 2003 : Dott. Fernando Pallotti

Saluto ai signori membri del Comitato Esecutivo della Consulta per l’emigrazione, ai signori Consultori e ai signori assistenti.
Potrei iniziare il mio discorso raccontandoVi cos’è l`Argentina, cos’è la Provincia di Santa Fe e tanti altri aspetti che Voi conoscete benissimo. Ma non è questo il momento opportuno.
Vorrei ringraziarVi col cuor in mano, a nome dei cittadini santafesini al Dottore Carlo Ciofi per il governo d`Italia; all’ Ass. Lidio Rocchi per la Giunta Regionale; al Dott. Pietro D’Angelo per il Consiglio Regionale; al Sig. Emilio Berionni per la Consulta per l’Emigrtazione; al Dott. Riccardo Strano; alla Provincia di Macerata, ai Consultori di tutto il mondo e agli amici che ci inviarono la loro solidarietà nel momento della tragedia accaduta nella mia cittá e la sua regione.
Dal 29 aprile 2003, la storia della città di Santa Fe cambiò assolutamente il suo presente e il suo futuro.
Difatti il 29 Aprile è stata la maggior sciagura di cui si abbia memoria dalla fondazione della città (1573 e 1660), che colpì a tanti connazionali e a tutti gli abitanti della regione.
Le acque hanno coperto le case fino a parecchi metri di altezza ed è rimasta per tanti giorni rovinando case, mobili e portando con sé pure delle vite umane.
Dobbiamo considerare che quanto accaduto a Santa Fe, ha sconvolto il ritmo normale della nostra vita cittadina, e la nostra salute fisica e mentale.
Gli aiuti sono arrivati, infatti da ovunque, dopo avere scritto sulla tragedia, a piú di 80 Istituzioni e persone di tutto il mondo, specialmente dalla nostra gente delle Marche.
Le risposte non si sono fatte aspettare, e abbiamo avuto aiuti morale ed economico, che non potremmo mai dimenticare e dai quali siamo graditi per sempre.
Secondo me, la solidarietà non è soltanto un fatto economico, ma è d’amicizia e di affetti sinceri. Ed ecco quello che abbiamo sentito i marchigiani, i nostri discendenti e il popolo tutto di Santa Fe.
Tra questi, non posso dimenticar di raccontarVi qualcosa fatta da una persona della Consulta -della quale non posso dire il suo nome, rispettando il precetto bíblico che dice....”che la tua mano sinistra non sappia quello che fa la destra”.
Lei ha messo a disposizione un`importante quantità di denaro per la Scuola Nº 1 “San Francesco” (che il presidente Berionni e il Consiglire D’Angelo conoscono bene), protetta dalla nostra Associazione Marchigiana dal 1999, per assistere piú di 700 bambini indigenti, che appartengono a diversi quartieri della periferia della cittá di Santa Fe, e che frequentano la Scuola vicina al Convento. Oltre all’insegnamento elementare e medio, li si somministrano la colazione, il pranzo, la merenda e la cena.
In questo posto, la nostra Associazione fissò il suo Centro di Operazioni quando è stata la terribile alluvione. Era commovente vedere i nostri giovani, direttivi e amici, lavorare giorno e notte in questo Centro di rifugiati sollecitando aiuto e ricevendolo; distribuendo e occupandosi dei problemi di salute e orientando i bisogni. Lo stesso avveniva con l’attenzione in altri centri e case particolari.
È giusto anche ricordarVi, che la nostra Associazione costruí e forní nell’anno 1999 al suo costo un’Unitá di Attenzione Odontologica Pediatrica con il nome di “San Giuseppe da Copertino”, specializzato nelle malattie dentarie, e in cui un giovane Odontologo della nostra Istituzione cura in modo gratuito da 4 anni, piú di 600 bambini che frequentano la Scuola.
La ricostruzione di Santa Fe non si avverrá rapidamente.
Tantissima gente è ancora fuori delle loro case, e la mancanza di lavoro peggiora la situazione .
Molte ditte di Santa Fe e la sua Regione, sono rimaste sotto l’acqua durante tanti giorni, perdendo tutto il loro patrimonio.
Per avere una vera dimensione dell’avvenimento, allego una relazione dell’ONU e la CEPAL, che spiegano che le perdite economiche sono di 2.878 milioni di pesos argentini.

Il fatto è un chiaro esempio delle conseguenze delle politiche neoliberali instaurate erroneamente nell’Argentina durante tanti anni.
E con questo è stata la perdita della cultura del lavoro svolto dai nostri antenati, che hanno sudato il sangue per guadagnare il pane, ed educare i loro figli; che era l’ onore del mondo nel passato, ad inizio del secolo XX.
Il neoliberalismo è stato certamente funzionale allo sviluppo e alla globalizazione.
Questo, bisogna della libera, o della più libera che riesca possibile, circolazione di merce e fattori attraverso delle frontiere degli Stati Nazionali e la ideologia che esalta la libertà di mercati; risultò molto adatto per facilitarlo.
Non appena il libero mercato favorì lo schema classico di divisione internazionale del lavoro tra paesi produttori di merci, e paesi manifatturieri. Il neoliberalismo offrì argomenti, per politiche che favorirono l’illuminazione della globalizzazione e la sua complessa forma di divisione internazionale del lavoro.
Vorrei dirVi che chi abbiamo vissuto attivamente la politica Argentina (1958/62), collaborando con l’unico governo che ebbe chiarezza di idee sullo sviluppo di nostro paese e la sua relazione con il mondo. Ricordiamo quella frase che diceva...” petrolio più carni é uguale a acciaio”, má non era da solo una frase, era una política nazionale.
E ugualmente, quello che dicevano i Papi Giovanni XXIII e Paolo VI nelle sue Encicliche “Mater et Magistra” e “Populorum et Progresso” sullo sviluppo dei popoli. Soprattutto quando quest’ultimo sintetizzò: “Lo sviluppo è il nome della pace”
Per ciò, i popoli che si rassegnano a uno sottosviluppo, sono condannati ad essere schiavi della globalizzazione, anche abbiano delle riserve naturali.
L’ Argentina desidera definire la sua strategia di sviluppo ed elaborare un programma consistente per portarlo a termine.
È preciso definire gli scopi e le aree di produzione alle quali il paese assegna priorità, ma che non debe farsi con il criterio di scegliere solamente quelle che hanno domanda mondiale, bensì quelle che il paese bisogna sviluppare -sebbene inizialmente in esse non sia competitivo- per cambiare la sua struttura di produzione e migliorare la performance globale dell’economia. La miglior fonte di competitività, è lo sviluppo.
Un punto importante è proiettare la infrastruttura di servizi, la sociale e lo svolgimento tecnológico. Ed in questo, saranno benvenuti i capitali di rischio, non quelli speculativi.
Oggi l´investimenti, l’educazione, la cultura e la tecnologia debbono essere inclusi nella pianificazione di una nazione per rendere più liberi i suoi cittadini. E per questo, l’Argentina ha una buona base per il suo inserimento nel mondo.
L’Argentina in generale, e la nostra regione Centro in particolare ha, a giudizio nostro, quattro elementi fondamentali: le reserve naturali intatte, una classe mezza – oggi svalutata ma ancora fermo – una nuova classe dirigente che crediamo sappia quello che vuole e, inoltre, una struttura educazionale-científico-teconologica di eccezione, in cui gareggiano l’insegnamento pubblico con quello privato.
Tutto questo, ripeto, fruto di quella grande immigrrazione di eccezione, della fine del XIX secolo fino al 1930.
La percezione della principale spaccatura dell’esperienza del dialogo nord-sud, è quella che ha portato a chi introdussero la temática dello sviluppo nella política argentina, a richiedere l’idea che più di aiuti intenazionali, la soluzione avveniva dalle politiche nazionali che cambiavano la struttura produttiva, perché obiettivamente, possa independizzare la economia e, senza chiuderla, non affondare la crescita solo nel comercio esterno, ma anche nel comercio interno di produzione e di consumo.
Partevano della base che il comercio avrebbe più efficacia, quando si stia nello stadio dello sviluppo. Quello è stato lo sbieco dell’esperienza di svolgimento del periodo 1958/1962.
Quanto esposto sarà pubblicato sul “Picchio Net”, dato il tempo ridotto per fare una esposizione più dettagliata.
Quale é la nostra Petizione?
Non sono venuto a questa Assemblea a chiedere soldi.
Sí sono venuto a chiedere alla mia Regione, alla Regione dei miei antenati un fluido e permanente collegamento tra i settori della cultura, l’educazione, la scienza, la tecnología, l’industria, el commercio; perché possano parlare fra sé allo scopo di disegnare e scambiare esperienze in proffito mutuo e che se possa tradurre nello svolgimento della nostra vasta Regione Centro, e perché nó, dell’Argentina.
Chiedo tutto questo oggi e cui, perché questa Regione è una delle culle dello sviluppo delle piccole e mediane industrie alle quali ho conosciuto, come ai suoi personaggi, dal 1997.
Ma per questo, si deve sorteggiare lo scoglio degli intopi burocratici, che non conoscono né nel paese, né nella Regione Centrale.
Noi riteniamo che abbiamo bisogno di assistenza, non meramente economica, ma di ogni tipo, come per esempio assessoramento per le piccole imprese el i suoi “know how”, avendo conto che a Santa Fe, l` 80 per cento degli stabilimenti sono PYME.
Un’altra possibilità, non l’unica, sarebbe quella di uttilizzare macchine nuove fabbricate; oppure di seconda o terza generazione già sostituite nelle ditte marchigiane.
Le nostre Associazione della Fe.Ma.CeL. sono disposte a lavorare attivamente per raggiungere un miglioramento, sia nell` aspetto morale, quanto, nell´economico e pure nell` e culturale. Ha una rete interessante, e con una piena conoscenza del mezzo.
Se Vi sembra fattibile questa proposta, credo che dovessimo incomiciare le trattative il più presto posibile; giacché una grande parte della nostra popolazione –sebbene precepise un aiuto económico dal Governo- sopravvive, e agogna un lavoro che renda piú degna la sua vita.
Alla fine, nuovamente ringrazio di cuore tutto quello che Voi avete fatto per Santa Fe; e quello che sicuramente farete per questa Regione Centrale della Repubblica Argentina, e di ribadire che le nostre intenzioni sono quelle di ridare il nostro paese, quello scelto tanti anni fa dai nostri marchigiani per formare il loro futuro, la degnità dell` uomo attraverso la cultura del lavoro.
Grazie

Dott. FERNANDO H. PALLOTTI
Consultore Federazione Marchigiana del Centro-Litorale
Republica Argentina (Fe.Ma.CeL.)
http://www.marchesantafe.com.ar/discorsoconsulta.htm





ANCONA (Le Marche-Italia); 5 / 6 Dicembre 2003

INONDAZIONE :
Secondo Cepal e ONU dovranno ubicare 17.000 abitazioni.

Secondo le informazioni le perdite economiche sono di 2.878 millioni di pesos. Il settore produttivo sarà in futuro il più dannegiato dall`inondazione.
Qualche giorno fa, i rappresentanti della Cepal e la O.N.U, presentarono al governatore Carlos Reutemann dell`informazione dettagliata sulle conseguenze provocate dall`inondazione nella provincia nei aspetti sociale,economico e ambientale.
Ricardo Zapata, coordinatore del gruppo di lavoro; Carmelo Angulo, ambasciatore dell`O.N.U e Bernardo Kosacoff, direttore della Cepal, stimarono le perdite totali in 2.878 millioni di pesos circa. Per raggiungere questa cifra, partirono dalla premessa che la provincia di Santa Fe fu colpita da due catastrofi : le inondazioni nelle zone agricole e quella che colpii la città di Santa Fe.
Gli integranti di ambe due organismi misero in risalto l`aiuto che la provincia di Santa Fe ricevè da diversi settori della comunità internazionale.
L`analisi delle perdite del settore abitativo comprende più di 20.000 abitazioni, dalle quali 17.000 hanno bisogno di essere costruite nuovamente perchè sono state severamente dannegiate. Anche sono stati guastati abitazioni pubbliche,specie quelle che attendono alle necessità dei più poveri pure strade ,parchi e zone destinate alla ricreazione pubblica. La perdita stimata in questo settore è di 233 millioni di pesos.
Nel settore dello sport e l`educazione, gli esperti dicono che il danno maggiore è quello sofferto dallo stadio del Colon,stimando le perdite in 12 millioni di pesos. Ma ,il signor Zapata , risaltò che il Ministero della Pubblica Istruzione ha avuto la capacità di risolvere sia i problemi sofferti dagli stabilmenti educativi che restarono sotto l`acqua sia da quelli che hanno dovuto aprire le loro porte per offrire un tetto alle persone che persero le loro abitazioni.
Nel settore della salute pubblica, i più dannegiati furono l`Ospedale dei Bambini “Orlando Alassia”, l`Ospedale per gli Andicapati Motori “Vera Candioti” e 14 centri di salute situati in periferia. I danni sofferti sia nelle strutture degli edifici sia nell`equipaggiamento raggiungono in totale i 12 millioni di pesos.
Nel settore dell`energia elettrica , il costo più alto sarà provocato per la ricostruzione delle reti di bassa tensione,si crede che le perdite in questo caso supereranno il 20 millioni di pesos.
Nell`area del trasporto e le telecomunicazioni i danni sono in tanti ,cioè dei ponti e delle strade rovinati e una grande quantità di automovili che non si potranno più utilizzare.In questo settore i costi si stimano in 482 millioni di pesos.

Il PIÙ PREGIUDICATO

Il settore agricola soffrii grandi guasti, le perdite raggiunsero 2.108 millioni di pesos. Essendo il settore produttivo quello che soffrì di più giacchè vide diminuito l´allevamento del 5 %.A questa situazione si debe aggiungere sia la perdita di una parte della seconda raccolta di soia, che non si è potuta alzare nel momento apropriato, sia pure la perdita di forraggio per alimentare il bestiame, fatto che porterà la disminuzione della produzione di carne e latte nei mesi che restano di quest`anno e negli anni 2004 e 2005.
La perdita diretta è di 491,4 millioni di pesos in quanto a quella indiretta e di 528,2 millioni.
Nel settore industriale e comérciale, le perdite sono stati soprattutto nelle tape di processo e commercializzazione dei prodotti agricoli, aggiungendo a questo le perdite accadute nella produzione e la venta sia delle micro quanto delle grandi impresse industriali e commerciali. La cifra delle perdite dirette è di 81,4 millioni che assieme a quelle indirette fanno 1.089 millioni di pesos.
Gli esperti dicono che si dovrebbe aggiungere il costo provocato dalla ricostruzione delle zone verdi e la pulizia del mezzo ambiente. La cifra finale fa 2.878 millioni di pesos.

STRATEGIE PER IL RICUPERO

Gli esperti dell`O.N.U y della Cepal, spiegarono che il ricupero si dovrá organizzare attorno a quattro aspetti principali:
1- La riduzione del rischio fisico,attraverso la costruzione di un sistema di anticipazione,che includa lo sviluppo di politiche che protegano alla popolazione da queste catastrofi.
2-La ricostruzione di tutto ciò che si è perso sia nell` aspetto materiale quanto in quelli dei servizi sanitari ed educativi.
3-Coordinare le azioni per rispondere alle necessità della popolazione
4-Aumentare la cooperazione e coordinare in modo adeguato le azioni di tutti i settori del governo perchè l`intervenzioni risultino più efficaci.
Fonte di informazione: “El Litoral”, giornale locale.

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